La battaglia sul fine vita continua

Adesso basta. Quella di Roberto è l’ennesima storia di una sofferenza che si scontra con chi non fa tutto ciò che è in suo potere per garantirgli un diritto riconosciuto. Si, perché l’impegno preso da Luca Zaia come spesso accade non è stato mantenuto.
Roberto è malato di glioma diffuso, un tumore, da quasi 20 anni. Nel 2018 la sua condizione è peggiorata drasticamente, come la sua sofferenza. Quindi ha richiesto alla sua ULSS di verificare la sua condizione per poter accedere ad un fine vita dignitoso, come previsto dalla sentenza dalla Corte, già applicata in Veneto nel caso di Gloria. L’ULSS a dicembre ha nominato la commissione medica, ma ad oggi non c’è stata ancora risposta.
5 mesi d’attesa. Possono sembrare pochi per una persona sana, ma sono infiniti per chi ogni giorno soffre di dolori indescrivibili.
Ecco, è per questo che ci battiamo dal primo giorno perché ogni persona abbia il diritto ad avere tempi certi per accedere ad un diritto sancito. Per evitare ulteriori sofferenze non necessarie ai malati.
Ora si smetta di scherzare con le vite degli altri. Se in conferenza stampa si annuncia un regolamento, dopo la figuraccia fatta ancora a gennaio in aula del Consiglio, vogliamo sapere una volta per tutte se si è mentito o se di questo regolamento ne abbiamo traccia.
Ad oggi alle mie ennesime richieste con atti ufficiali non abbiamo visto nulla. Ora è tempo di dare spiegazioni e per questo ho inviato una richiesta formale, sottoscritta da tutti i capigruppo di opposizione, per chiedere al Presidente Zaia di riferire in aula.

Il regolamento sul fine vita che ancora non c’è

Serve una regolamentazione chiara sul fine vita. Serve ora. Perché ci sono persone che vivono situazioni di sofferenza insopportabile,[…]

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