La sentenza della Corte costituzionale conferma quello che diciamo da tempo e che abbiamo ribadito in aula di fronte al presidente Zaia.
Che non si riforma lo Stato in fretta e furia e pensando al consenso del proprio elettorato. Che non si forza la Costituzione per un pugno di voti in più.
Sapevano che stavano andando oltre e che stavano promettendo qualcosa che non potevano raggiungere, ma hanno voluto andare avanti. Facendo perdere tempo e denaro ai cittadini.
Il governo regionale continua a minimizzare la portata della sentenza, ma lo fa perché sa benissimo il passo falso che ha fatto: ha promesso ai Veneti una riforma che non può essere fatta, ha portato a votare le persone al referendum illudendole che ‘i soldi dei veneti rimanessero in tasca ai veneti’, ha confuso la sussidiarietà con la secessione.
In aula noi avevamo detto tutto questo e ora possiamo aggiungere che avevamo ragione.