Ieri il Presidente Zaia ci ha finalmente riferito in Consiglio regionale sullo stato delle trattative per l’autonomia del Veneto. Però le risposte che ci aspettavamo non sono arrivate.
Anche ai cittadini veneti che nel 2017 si sono espressi con il loro voto al referendum va detto chiaramente cosa sta succedendo: un’autonomia che diventa propaganda, con promesse vuote e senza risorse concrete.
La proposta è semplice, quanto dannosa, si sposta la burocrazia da Roma a Venezia, ma senza investimenti reali sui servizi per i cittadini. Non ci sono reali semplificazioni. Ancora una volta, i cittadini e i Comuni restano soli, con meno risorse e più problemi da affrontare.
Ieri ho chiesto direttamente a Zaia come questa autonomia garantirà più servizi e investimenti per i veneti. Non c’è stata una risposta chiara, e basta leggere i documenti per capire che, in realtà, questo non accadrà. Ma basta pensare cosa hanno detto sulla scuola per capirlo: l’autonomia sarà un bene perché ci permetterà di insegnare di più la cultura veneta ai giovani. Come se questa fosse la priorità, mentre le scuole cadono a pezzi.
Ci rimane quindi di celebrare la giornata dell’autonomia, che sarà organizzata settimana prossima in Consiglio Regionale, perché bisogna continuare a gettare fumo negli occhi. Perché rimane solo questo, di una proposta che spacca l’Italia invece che dare reale potere alle comunità, ai comuni e ai territori.