“Oggi il Presidente Zaia finalmente ha riferito al Consiglio regionale sullo stato delle trattive relative all’autonomia del Veneto. Dal Presidente mi aspettavo risposte chiare che portassero ad un dibattito sui contenuti, ma così non è stato. Agli oltre due milioni di cittadini veneti che hanno votato al referendum del 2017 credo debbano essere dette le cose come stanno, cosa che questa maggioranza non sta facendo” dichiara Elena Ostanel, Consigliera regionale del movimento civico Il Veneto che Vogliamo, a margine delle comunicazioni del Presidente Zaia.
“Questo è un centralismo regionale che sposta la burocrazia da Roma a Venezia senza maggiori risorse lasciando ancora una volta soli cittadini e Comuni, generando sistemi regionali a diverse velocità. E intanto la Regione è vittima del Governo perché subisce silentemente i tagli, come sul fondo affitti, scaricando la patata bollente ai Comuni, che restano sempre più a corto di risorse. Oggi Zaia non ha risposto alla mia domanda diretta: come questa autonomia garantirà più servizi ai cittadini e più investimenti? Non ha potuto farlo perché basta leggere le carte per capire che non sarà possibile” prosegue Ostanel.
“Ai cittadini che hanno votato nel 2017 dico che rimane loro solo un ‘inno dei veneti’ o la giornata dell’autonomia, sicuro non quello che gli era stato promesso. Qualsiasi riforma, in particolare se riguarda il funzionamento dello stato per le future generazioni, non deve essere una bandierina per consensi. Invece di gioire perché nelle scuole del Veneto si potrà finalmente investire sull’insegnamento della lingua e della cultura veneta – spaccando anche il sistema scolastico nazionale – dovremmo occuparci di capire come fermare l’emorragia delle emigrazioni dei giovani o investire davvero sulle infrastrutture scolastiche. Evidentemente questo non è ciò che importa. È rispondere alla pancia che conta, per un pugno di voti in più” conclude la Consigliera.