In questa foto sorrido.
Perché ieri e oggi siamo stati in tantissimi al primo Disability Pride Veneto, voluto con tenacia da tutte quelle associazioni che ho avuto modo di conoscere in questo anno di lavoro.
Sono stati due giorni di ascolto di storie di vita che non accedono ai diritti che dovrebbero essere garantiti: dall’accessibilità minima agli spazi della città, al supporto scolastico, fino al diritto a vivere la propria sessualità come si vuole.
Ho imparato molto, ho tanti appunti delle cose che da domani riporterò all’attenzione della Commissione Sanità e a quella Istruzione.
Bisogna continuare a battersi, a lottare, perché non è possibile che la politica risponda a parole, ma deve saper mettere a terra e agire: deve saper vedere le vite con disabilità come esistenze e non come utenze, deve arrabbiarsi se esistono ancora vite invisibili. E noi oggi invece ci siamo fatti vedere. Con orgoglio.
Grazie Disability Pride Italia, grazie a tutte le organizzazioni che ho potuto incontrare. Grazie alle persone che mi hanno lasciato un pensiero da portare a casa.