Sollecitato nuovamente in capigruppo il ritorno in aula del progetto di legge sul fine vita. Zaia esca da Palazzo Balbi e venga a riferire in Commissione.

Ostanel (VcV): “Sollecitato nuovamente in capigruppo il ritorno in aula del progetto di legge sul fine vita, ma nel frattempo Zaia esca da Palazzo Balbi e venga a riferire in Commissione. Per fare il paladino dei diritti civili, ci sono le leggi da approvare in aula”

“Questa mattina si è riunita la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari per programmare l’attività del Consiglio dei prossimi mesi, con particolare attenzione alle proposte delle minoranze, come previsto dal Regolamento. Oltre a ricordare i tanti progetti di legge ancora bloccati in Commissione da anni e mai discussi ho ricordato che esiste un progetto di legge che porta la firma di più di 9.000 cittadini del Veneto: quello sulla regolamentazione del suicidio medicalmente assistito, respinto per un solo voto a gennaio e ora fermo in Commissione sanità” dichiara la Consigliera regionale Elena Ostanel, del movimento civico Il Veneto che Vogliamo, a margine della capigruppo di oggi.

“Sono stanca di dover scrivere mensilmente al Presidente Zaia per chiedergli maggiore intenzione sul tema. Il Presidente puntualmente il martedì, giorno del Consiglio, è impegnato in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti; ecco forse un giorno potrebbe riservare un po’ del suo tempo per raggiungerci a Palazzo Ferro-Fini per riferire, insieme all’Assessora Lanzarin, rispetto alle richieste di suicidio medicalmente assistito e per capire se stiamo rispondendo alle richieste dei pazienti e soprattutto come garantire a tutte e tutti i veneti e le venete il diritto di libera scelta sul fine vita. Perché non basta scaricare tutto su Roma, anche a Venezia c’è una assemblea legislativa e merita rispetto” prosegue Ostanel.

“Oltre al citato progetto di legge sul fine vita ho portato all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza anche altre priorità a tutela dei diritti civili, perché anche in questo caso chi governa questa regione si dice a favore, ma poi i provvedimenti non arrivano in aula. In primis il progetto di legge recentemente depositato sul contrasto e la prevenzione dell’omobilesbotransfobia, perché il Veneto può essere Regione capofila nella tutela dei diritti e poi il progetto di legge per modificare la norma che ha imposto a Martina, in provincia di Vicenza, di seppellire il prodotto abortivo contrariamente alla sua volontà” conclude la Consigliera.

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