Una riforma importante sul diritto all’abitare. Nel prossimo bilancio della Regione Veneto sarà recepita la nostra proposta che lascerà nelle casse delle Ater circa 5 milioni di euro all’anno, come proponiamo da inizio legislatura. Una richiesta fatta a più voci dai Comuni e dalle Ater del Veneto.
Era una misura sbagliata e iniqua che ogni anno obbligava le Ater del Veneto a versare lo 0.4% dei valori locativi degli immobili alla Regione, tutte somme che poi la Giunta era libera di usare come che voleva, senza nessun vincolo. Una brutta forma di bullismo istituzionale.
I dati ci dicono che la situazione abitativa in Veneto, ma non solo, è gravissima. Riprendendo i dati che abbiamo raccolta in seconda commissione nel 2023, in Veneto ci sarebbero quasi 9.000 famiglie, aventi diritto, in attesa di un alloggio popolare. Di converso ci sono anche 6.743 alloggi di proprietà delle ATER che risultano “sfitti”, la gran parte dei quali perché in fase o in attesa di manutenzioni, senza contare quelli di proprietà di Comuni ed altri Enti. Il 18.5%, un numero sbilanciato rispetto a altre regioni come l’Emilia-Romagna.
Dopo anni di battaglia siamo riusciti a dare una risposta ai comuni del Veneto e alle Ater che oggi si vedevano sottratte delle risorse fondamentali. Questa decisione sia da monito alla Giunta, non possiamo aspettare di lasciare le casse dei comuni vuote per poter ascoltare le richieste del territorio.
La Regione è arrivata in ritardo, ora servono maggiori investimenti: questo è un primo passo e dobbiamo continuare a monitorare che ora si sostengano davvero Comuni e famiglie.