In Veneto non c’è un reale piano di investimento sulla gestione delle emergenze sanitarie. Devono farci riflettere anche i recenti casi di cronaca, come quello che ha purtroppo riguardato una bambina di soli 18 mesi del Lido di Venezia e che ha provocato una reazione preoccupata dei cittadini che si sono attivati per denunciare l’abbandono da parte delle istituzioni, prima di tutto quella regionale, con servizi sanitari e di emergenza sempre più “lontani” dai bisogni dei cittadini.
Per questo, insieme alle colleghe e ai colleghi Lorenzoni, Baldin, Camani, Luisetto, Zottis, Bigon, Zanoni e Guarda, ho voluto presentare una interrogazione per chiedere alla Giunta come intenda intervenire per migliorare i servizi sanitari e di emergenza nelle isole veneziane.
Negli anni ho cercato di tenere alta l’attenzione della Giunta sul tema della crescente difficoltà della Regione di affrontare le carenze, oramai strutturali, dei servizi di urgenza ed emergenza medica in Veneto. I problemi sono tanti, a partire dall’incapacità di “attrarre” nuovo personale arrivando ad esternalizzare sempre di più i servizi, come nel caso, evitato in extremis grazie ad una mobilitazione sindacale, del personale sanitario coinvolto nel SUEM a Camposampiero.
L’emblema dell’incapacità della Giunta regionale ad affrontare i problemi è il fenomeno dei cosiddetti “medici a gettone” nei Pronti Soccorso. Che la Giunta ha prima contribuito ad alimentare, creando disparità e malumori rispetto al personale strutturato, e adesso sta tentando con fatica di arginare.
Come abbiamo sempre fatto notare, la sanità è la priorità dei cittadini e lo dimostrano le numerose e partecipate manifestazioni dal basso organizzate in questi anni da Comitati e cittadini. Per questo sono certa che la popolazione veneziana parteciperà numerosa anche alla manifestazione che si terrà al Lido domenica 23 giugno alle 10.