Da questa mattina per entrare a Venezia è obbligatorio pagare il contributo d’accesso: il fallimento e la resa di un sindaco che ha abbandonato la città ad un futuro da Disneyland.
Il contributo d’accesso non risolverà nessuno dei problemi di Venezia perché dopo i giorni di sperimentazione non aumenteranno le case per i residenti, non saranno abbassati i costi di chi vive a Venezia, non saranno garantiti i servizi minimi come istruzione e sanità e non verrà pianificato quanti turisti potranno accedere.
Per governare Venezia c’è bisogno di coraggio e competenza. Penso al problema degli affitti brevi al quale ad oggi la Giunta comunale non vuole nemmeno pensare al tema mentre tutte le città europee che sono sottoposte a pressione turistica lo hanno fatto.
In Consiglio regionale ho depositato da tempo un progetto di legge statale, scritto insieme ad Alta Tensione Abitativa che segue il percorso fatto da alcune città come Barcellona che hanno cercato di affrontare le storture della sharing economy che condiziona il mercato degli alloggi.
Nel frattempo, mentre a Venezia si entra solo con il codice QR, non sappiamo ancora quale sia il pensiero della Giunta regionale sul contributo d’accesso o in generale quali potrebbero essere le sue proposte per la sopravvivenza di Venezia e dei veneziani.
Non è pensabile che la Giunta si tenga fuori dal dibattito sul destino della città più famosa del mondo, rappresentante per eccellenza del nostro territorio e la cui gestione dovrebbe fare da snodo per le politiche turistiche regionali.
Quanto accade oggi è il fallimento di un governo, locale e regionale, di uno dei luoghi più belli del mondo e che va tutelato davvero.