Come si può rifiutare un tavolo contro la violenza di genere?

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin a novembre scorso ci eravamo impegnati in Consiglio regionale ad organizzare un’audizione di tutti i soggetti competenti per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere. Ma ad oggi, nonostante i diversi solleciti, la maggioranza sembra reticente.

Non capisco quale sia il problema, a maggior ragione dopo l’ennesimo femminicidio in Veneto, quello di Sara Buratin, crediamo sia arrivato il momento di fare un punto, tutti seduti allo stesso tavolo, per capire cosa dobbiamo fare di più e meglio per fare in modo che non ci siano più donne vittima di violenza.

L’impegno era contenuto nella risoluzione nata dopo lo sdegno causato dal femminicidio di Giulia Cecchettin e dopo le numerose piazze che in tutta Italia chiedevano alla politica di agire.
Sono passati tre mesi dal voto all’unanimità della risoluzione e pensiamo sia arrivato il momento di dare seguito ai diversi impegni presi, tra cui questo.

Per questo, assieme alle capogruppo di minoranza Camani, Guarda e Baldin ho inviato una richiesta formale all’Ufficio di Presidenza e alle Presidenti delle commissioni Sanità e Cultura, che dovrebbero ospitare le audizioni, per sollecitare l’organizzazione di questo momento di confronto e per agire in maniera più forte per il contrasto alla violenza di genere. Dobbiamo partire dal coinvolgimento e dall’ascolto in primis dei centri antiviolenza del Veneto, ma anche delle forze di polizia e delle ULSS.

Attendiamo una risposta, perché non c’è più altro tempo.

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